M5S e SEL dicono NO agli F-35. E gli altri?
Illustrata alla Camera dei deputati dal MoVimento 5 Stelle e Sinistra ecologia e libertà una mozione che chiede al Governo di cancellare la partecipazione italiana al programma sugli aerei da guerra F-35 e l’acquisto dei 90 cacciabombardieri. Una mozionefirmata da 158 deputati, 13 dei quali del Pd, tra cui Giuseppe Civati, che però non si sono presentati alla conferenza stampa.Maria Edera Spadoni, deputata 5 Stelle, ricorda come ”uno dei punti del nostro programma fosse l’abolizione del programma F-35. E’ uno spreco di denaro, che va investito in altri ambiti”. Per laSpadoni “sarebbe importante che la mozione fosse appoggiata da tutto il Pd e non solo da tredici deputati”.Nel corso dell’incontro con i giornalisti a Montecitorio Giulio Marcon (Sel), spiega che dei 12,9 miliardi totali che l’Italia dovrebbe spendere per il progetto ”i quattro previsti per quest’anno sono esattamente la stessa somma che deriverebbe dall’Imu. O sono i fondi necessari ad investire nella sicurezza nelle scuole, nella realizzazione di 3.000 asili nido. Ancora – continua Marcon – questi soldi potrebbero garantire la meta’ dei costi che si avrebbero con l’introduzione del reddito di cittadinanza”. Oppure,”rappresentano 4 volte la somma stanziata per la Cig in deroga”. Insomma ”una scelta folle e insensata”, sottolinea l’esponente di Sinistra Ecologia Liberta’ che non nasconde l’imbarazzo quando un cronista chiede il motivo dell’assenza dei deputati democratici: “Li abbiamo invitati, ma non so perché non sono venuti”Agli stati maggiori che obiettano la «necessità» della partecipazione italiana al progetto Jsf, Paolicelli ha replicato sostenendo che «l’Italia ha già gli Eurofighter, caccia intercettori utilizzabili anche per l’attacco ma più rispondenti al modello di difesa indicato nell’articolo 11 della Costituzione».Ed è proprio la revisione del modello di difesa l’obiettivo ultimo dei parlamentari pacifisti: «Siamo pronti – ha detto Marcon – a discutere con il Governo e i vertici militari. Non si possono spendere decine di miliardi per una ristrtturazione dello strumento militare che non rispetta le indicazioni della Costituzione»Gli F-35 continuano a stupire, e sempre in negativo. I nuovi caccia della Lockheed Martin, di cui l’Italia ha all’attivo un ordine di 90 elementi, presentano altri problemi nella fase di sviluppo. Questa volta le segnalazioni arrivano dalla Gran Bretagna, dove un rapporto delNational Audit Office – organismo parlamentare indipendente che ha il compito di monitorare l’attività del governo – svela che i nuovi caccia non sono in grado di atterrare in presenza di particolari condizioni climatiche, ossia “con una temperatura calda, umida e caratterizzata da bassa pressione”.I test su questi velivoli “di nuova generazione“, che il governo britannico intende destinare a due portaerei della Royal Navy, avrebbero manifestato seri problemi durante la fase di atterraggio. Secondo alcune informazioni riferite dal National Audit Office, citato dalGuardian, al momento i Joint Strike Fighter non sarebbero in grado di atterrare sulle portaerei quando il tempo è “caldo, umido e caratterizzato da bassa pressione”.Giulia Sarti